«Le parole sono importanti.»
(Michele, Palombella Rossa)
Capita sempre più spesso di sentir parlare di «clean beauty» (o di prodotti «ecobio») e ci sembra importante fare chiarezza sul significato di queste parole, tanto utilizzate di recente in ambito cosmetico.
In estrema sintesi: un cosmetico viene considerato «clean» o «ecobio» quando formulato con materie prime provenienti dal mondo vegetale, non tossiche per gli organismi viventi, rapidamente biodegradabili ed estratte con metodi non inquinanti.
A questo proposito è bene tener presente che, se escludiamo alcuni oli e burri vegetali puri, nessun cosmetico potrà essere mai definito «naturale al 100%» e che un prodotto con ingredienti naturali (di origine vegetale e non ottenuti da sintesi di laboratorio) non è da considerarsi necessariamente più sicuro: la sua tossicità va infatti sempre valutata e riferita alla dose.
Inoltre, non esistono sostanze che possano essere definite «a impatto zero», ma è invece possibile optare per alternative a basso impatto ambientale.
Se siete pronte a una piccola rivoluzione, ecco le domande che dovrete porvi prima di acquistare un cosmetico qualsiasi:
1. Questo prodotto contiene sostanze «controverse»?
2. Quante, quali e in che percentuale?
3. Questo prodotto contiene sostanze biodegradabili?
4. Se la risposta è no: quali effetti avranno queste sostanze sull’ecosistema?
Fortunatamente oggi è possibile trovare in commercio molti prodotti con caratteristiche interessanti (e moltissimi «compromessi accettabili»), ma sono necessari un po’ di impegno per scegliere. Inoltre, qualche volta, è fondamentale abituarsi a profumi, consistenze e risultati molto diversi da quelli che caratterizzano i prodotti più commerciali e conosciuti.
Anche le aziende che hanno a cuore la nostra salute e bellezza, oltre che il futuro del pianeta, sono sempre più numerose: molte di queste hanno splendide storie da raccontare, alle quali vogliamo dar voce.
Attenzione invece al cosiddetto «green washing»: con questo termine si indica la strategia di comunicazione di certi brand, finalizzata a costruire un’immagine ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale.